#06 L'EFFETTO DELLA SICCITÀ SUL PO (CREMONA)
In un certo senso mi sembra appropriato che nel parco vicino al fiume Po appena fuori dal centro di Cremona l’aria sia piena (voglio dire davvero piena) del rumore infernale delle cicale; addirittura copre parzialmente il rumore dei tosaerba azionati da alcuni addetti al parco. La morale della storia ”La cicala e la formica” di Esopo è che bisognerebbe prepararsi per il futuro, e il Po secco accanto alle cicale strillanti ricorda a tutti che non ci eravamo preparati per il futuro a sufficienza (o almeno non nel modo giusto); a quanto pare l’atteggiamento della cicala ha prevalso e i risultati ora sono proprio sotto gli occhi di tutti.
Alcuni giorni prima del mio viaggio a Cremona Pier Luigi Rizzi, il presidente di Vedo verde, il circolo cremonese di Legambiente mi invia il link a un articolo su La Provincia. Il giornale avverte che “navigare [sul Po] non è più sicuro” ed elenca tutti i punti critici del fiume: “Cremona è come se fosse chiusa da due grandi secche”, citando anche preoccupati rappresentanti di alcune associazioni di canottaggio.
Nell’arco di meno di due chilometri sul lungofiume ci sono diversi centri dei canottieri ma nessuno a navigare sul fiume. Al ristorante della Motonautica Associazione Cremona una signora mi dice che l’ultima volta quando la situazione del Po è stata così grave è stata “o nel 1903 o nel 1908”. La signora sostiene che navigare sul fiume è “proibito”, ma secondo le altre due donne “bisogna solo sapere bene dove puoi andare, dove si passa”. Il problema è che, come descrive La Provincia, ormai è troppo rischioso praticamente ovunque sul fiume; l’acqua è troppo bassa in troppi tratti.
Davanti alla sede di Canottieri Baldesio la sponda scende abbastanza ripida; vicino all’acqua l’erba diventa una striscia di sassi e dopo i sassi c’è una zattera con alcuni battelli ormeggiati. Un annuncio è stato attaccato sulla ringhiera della passerella: “DATE LE CONDIZIONI DEL PO SIETE PREGATI DI ORMEGGIARE ALL’ESTERNO DELLA ZATTERA GRAZIE”. Ci metto un po’ ma poi ci arrivo: lo spazio coperto di sassi tra l’erba e la zattera dovrebbe essere sott’acqua. Quello sarebbe ‘l’interno della zattera’, attualmente completamente inutilizzabile per l’ormeggio; invece si può perfino camminare su quei sassi senza bagnarsi i piedi, e infatti la zattera non è tanto galleggiante ma ben appoggiato sugli scogli.
Ritornando verso casa il treno corre tra interminabili campi di mais, con un paio di campi di girasoli nel mezzo. Lo schermo interno della carrozza mi informa che la temperatura fuori è di 40°C. Le previsioni del tempo dicono che possibilmente ci sarà qualche pioggia nei prossimi giorni. Non mi farò troppe illusioni.
© Riproduzione riservata.
No comments yet.